Il pastore tedesco e la teologia latinoamericana

Nella sua seconda enciclica, ”Spe Salvi”, i cui contenuti sono stati pubblicati ieri, papa Benedetto XVI vuole parlare all’uomo moderno, soprattutto a quello secolarizzato e che ha voltato le spalle a Dio.
C’è da notare che questa enciclica arriva a 40 anni dalla pubblicazione della Populorum progressio, in cui Paolo VI tracciava il compito centrale della Chiesa: promuovere lo sviluppo dei popoli, alleviare la sofferenza degli ultimi di questo mondo, mettersi dalla parte di quelli che sono considerati i “nessuno” della terra. Un avvenimento che venne considerato il punto di partenza della Teologia della Liberazione.
Ma arriva anche a 23 anni da quel 6 agosto 1984, in cui l’attuale papa e allora card. J. Ratzinger, rese pubblica l’Istruzione su alcuni aspetti di quella teologia: e il verdetto dell’Istruzione fu di condanna!
E’ molto importante ricordarlo, perchè nella Spe Salvi di ieri, molti ci hanno letto niente di meno che il tentativo di stoccata finale alla teologia della liberazione!
La trattazione ratzingeriana mette infatti subito le mani avanti, dicendo che «il cristianesimo non aveva portato un messaggio sociale-rivoluzionario come quello con cui Spartaco, in lotte cruente, aveva fallito». La speranza portata da Gesù al mondo non può e non deve quindi essere letta in termini di rinnovamento politico-sociale come dimostrato dal fallimento storico di rivolte come quella di Spartaco. Più avanti poi sarà questa la ragione per rifiutare il messaggio rivoluzionario di Marx, a cui si obietta di aver dimenticato l’uomo, «che rimane sempre uomo» (e cioè imperfetto e incapace di uscire dallo stato di imperfezione): Marx avrebbe sì ispirato il rovesciamento del vecchio ordine, ma senza indicare come procedere oltre. Anche nelle pagine conclusive poi «agire e soffrire con gli altri» non ha mai il senso di una lotta comune contro ciò che produce sofferenza, quale potrebbe essere l’ineguale distribuzione delle ricchezze e del potere (come fa notare Vattimo sul Manifesto).
Scriviamo questo (che potrebbe apparire di scarso interesse per i non cattolici) perchè quella teologia a noi Acmoidi è molto cara: l’abbiamo incontrata da vicino in Brasile nel 2000 e da essa abbiamo tratto diversi aspetti della nostra etica e della nostra prassi (si pensi ad esempio alla pedagogia dell’oppresso).
E poi perchè, proprio in questi giorni, alcuni amici di Pistoia ci hanno scritto per segnalarci che hanno deciso di editare l’Agenda Latinoamericana, presente ormai in 22 paesi. L’Agenda è l’espressione delle Comunità di Base, e dei teologi della Liberazione, di dom Pedro Casaldaliga, Josè Maria Vigil, Yvonne Gebara, Frei Betto, Marcelo Barros, Leonardo Boff, e di tutti quei biblisti e sociologi latinoamericani che hanno marcato negli ultimi anni il cammino di liberazione in America Latina e non solo.
Quest’anno il tema dell’agenda sarà: La politica non è morta. Ci dice qualcosa?!?
Per chi la volesse divulgare acquistandola, regalandola, segnalandola ad amici e associazioni a cui pensi interessi il costo è di euro 12. Acquistandone da 10 in su, il costo è di euro 10. Per ordinarla scrivere a: rete@rrrquarrata.it o telefonare allo 0573/750539 (Casa della Solidarietà).

03/12/2007
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