Eroi veri e silenziosi, a voi, Buon Natale!
Forse il legame tra il Natale e l’irritante “buonismo” italiano che, come l’influenza, ti attacca in questo periodo, è figlio della pubblicità. Siamo cresciuti credendo che Babbo Natale fosse il proprietario della CocaCola, dunque non c’è da stupirsi. Eppure, per la serie “si stava meglio quando si stava peggio”, i miei ricordi infantili sono legati ai concerti dalla Basilica d’Assisi e non a quanto mi sono ritrovato sullo schermo ieri sera. Sky News 24 ha trasmesso la sera della vigilia di Natale una diretta (nonostante il fuso orario) da una base militare del contingente italiano stanziato in Afghanistan, dal titolo populista: “Natale con i nostri soldati”. Evento ripreso al Tg1 del 25 dicembre subito dopo benedizioni ed appelli papali. Di certo, a pochi giorni dalla fiducia strappata dal governo e dal voto della legge Gemini nonostante il movimento studentesco, questo non desterà ulteriori scandali. Eppure è essenziale rimanere lucidi sulla continua propaganda di valori e di comportamenti razzisti, illegali, militaristi. Questa è l’anticultura della nuova destra che entra in famiglia ancora una volta grazie al piccolo schermo da cui non sappiamo difenderci. Le lacrime bagnavano il panettone mentre ascoltavo i saluti a casa da soldati professionisti che, ad uno stipendio di almeno 4.000 euro mensili, sono impegnati nella missione Nato, da cui mi riesce difficile il legame con l’articolo 11 della Costituzione italiana. Mi chiedo perché il prossimo anno Sky non proponga uno speciale da una piattaforma petrolifera, dopotutto ingegneri e tecnici Eni in giro per il mondo saranno costretti a passare le feste lontano dalla loro villa in Toscana. D’altra parte capisco che il Natale dei volontari italiani in missione di pace, disarmati in zone di conflitto, come gli amici di Operazione Colomba, i medici di Emergency o i tanti giovani in Servizio Civile all?estero, non sia nell?agenda del nostro ministro degli Esteri Frattini o del presidente del Senato Schifani, volato per l’occasione ad Herat. Eppure quando sono in viaggio, specialmente nel Sud del mondo, nessuno ricorda gli italiani per le prodezze dei miei concittadini soldati (a parte alcune ironiche allusioni al passato coloniale fascista). Proprio quando abbassi le difese, in una serata in famiglia, rilassato e quasi contento, ti vendono tutta la batteria di pentole: ecco chi saranno i nemici del 2011 e chi invece i nostri eroi. Stasera, con ancor maggior convinzione ed urgenza, i miei sinceri e calorosi auguri vanno invece a chi lavora sul campo, con altrettanta dedizione e molti meno fondi, e, indifferente solo al silenzio della stampa, condivide la quotidianità della resistenza nonviolenta e dell’impegno civile. Buon Natale!
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