Il futuro di Telejato: dubbi e speranze

Tutti noi conosciamo Pino Maniaci, la sua combattiva famiglia e la loro emittetente televisiva Telejato.

 

Tutti noi sappiamo delle minacce ricevute, le intimidazioni, gli attentati subiti.

 

Tutti noi siamo a conoscenza delle determinazione di Pino e dei suoi cari, nel voler continuare a fare il proprio dovere: informazione libera e senza condizionamenti, nella piccola terra, ahinoi anche di mafia, di Partinico.

 

Quello che pochi sanno, forse, è che Telejato rischia la paralisi per una legge del nostro Paese e non per le pressioni mafiose. Con il passaggio al digitale terrestre, che diventerà definitivo nell’arco di pochi mesi, Telejato rischia di scomparire. Con tutto quello che questo comporterebbe, in primis in termini di incolumità, per Pino e la sua famiglia.

Noi, in prima battuta con Salvagente, monitoreremo la  situazione e alzeremo la voce, se necessario, perchè non si spenga questo strumento di informazione.

Qui di seguito l’interrogazione parlamentare dell’on. Doris lo Moro (PD), che chiede delucidazioni al Viminale e al ministero dello Sviluppo Economico.

 

 

*Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell’interno.
-* Per sapere – premesso che: con il passaggio al digitale terrestre in Sicilia rischiano di scomparire molte piccole tv ed emittenti espressione della cultura antimafia; secondo l’articolo 16 della legge Mammì, i gestori dei servizi radiotelevisivi, sia nazionali che locali potevano gestire il servizio o sotto forma di società lucrative, oppure in modalità comunitaria in assenza di fine di lucro; come si legge in un’intervista pubblicata dall’AgenParl, l’11 ottobre 2011, il direttore di TeleJato – tv comunitaria, Pino Maniaci dichiara «Il Ministero dello sviluppo economico si è riservato il diritto di assegnare, a pagamento, tutte le lunghezze d’onda del digitale terrestre tranne che per le tre reti RAI, per La7, per Sky e per le società di telefonia mobile, le cui frequenze sono state assegnate gratis. Nell’arco di queste frequenze che verranno assegnate, non si prevede per le comunitarie di diventare operatori di rete»; con il passaggio al digitale terrestre le piccole emittenti rischiano di sparire, proprio come spiega il direttore Maniaci «Chi si carica di responsabilità per il passaggio a Telejato che ha 308 querele e che è una televisione antimafia, costantemente minacciata? Ci siamo fatti un giro e non ci vuole nessuno. Primo, hanno venduto i canali dal 61 al 69, Telejato è 62 e quindi già mi hanno venduto il canale, poi c’è tutta una serie di difficoltà che non riguarda solo Telejato, ma circa 200 televisioni in tutta Italia. Noi abbiamo costituito un comitato “Siamo tutti Telejato” per fare come testa d’ariete anche per le altre emittenti, hanno aderito da Libera nazionale a tutti i presidi di Libera locale. Abbiamo poi un *pool* di avvocati che sta valutando l’incostituzionalità della legge e, inoltre, stiamo sollevando il problema anche a livello europeo (…)»; inoltre con lo spegnimento dell’emittente TeleJato si configura un rischio concreto per l’incolumità del direttore Pino Maniaci e della sua famiglia, sotto tutela da parte dei Carabinieri dal 2008, dopo aver subito il pestaggio da parte di un *boss* mafioso e un attentato incendiario alla sua autovettura. Solamente quindici giorni fa sono comparsi sui muri di Partinico varie scritte, «Viva la mafia», «Pino Maniaci sei lo schifo della terra» con una bara disegnata accanto -:

se i Ministri siano a conoscenza di quanto esposto in premessa;
come il Ministro dello sviluppo economico intenda tutelare l’esistenza delle piccole emittenti televisive che rischiano di scomparire con il passaggio al digitale terrestre, favorendo così i grandi gruppi editoriali a scapito delle piccole imprese; se il Ministro dell’interno sia a conoscenza delle minacce recentemente ricevute da Pino Maniaci e la sua famiglia e come intenda intervenire per la protezione del direttore di Telejato qualora l’emittente sia costretta alla chiusura.

 

 

Video di Valentina Ciappina

20/10/2011
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